Cima di rapa

Brassica rapa subsp. sylvestris var. esculenta

  • Famiglia: Brassicaceae
  • Fogliame: Semi-sempreverde
  • Categoria: Ortaggi
  • Consigliata per: Orto e Frutteto
  • Temperatura min.: 5 | 10 °C
  • Altezza: 0,5 — 1 metri
  • Terriccio: Terriccio, Bio per ortaggi
  • Larghezza: 0,1 — 0,5 metri
  • Esposizione: Soleggiata
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Conosciuta anche come broccoletto di rapa, la cima di rapa (Brassica rapa sylvestris esculenta) viene coltivata soprattutto nel Lazio, Puglia e Campania per le infiorescenze e la parte tenera del fusto con le foglie come verdura cotta. È una pianta mediterranea che si differenzia dalla rapa comune per il ciclo annuale e la radice a fittone che non s’ingrossa. Produce una rosetta di foglie allungate con picciolo, irregolarmente lobate e dentate, glabre o poco pelose. Dopo un certo tempo, dipendente della precocità della cultivar, emette uno scapo fiorale carnoso e molto ramificato con infiorescenze a racemo ben serrate e ombrelliformi, che vengono raccolte prima dell’apertura dei fiori.

Consigli di coltivazione

Predilige zone a clima temperato umido e resiste solo fino a 5 °C. Tollera diversi tipi di terreno, ma preferisce quelli profondi, freschi e ben drenati, con pH compreso tra 6,5 e 7,5. Ha bisogno di moderati apporti di azoto durante tutta la coltivazione. Si semina fra luglio a settembre (nel Sud anche in inverno) a spaglio o su file a 40-50 cm di distanza e a 25-30 cm tra le piante, interrando il seme a 2 cm. Il terreno va sempre mantenuto libero da erbacce.

Da non dimenticare

La raccolta avviene quando l’infiorescenza principale ha raggiunto lo sviluppo ottimale, dopo circa 40-60 giorni per le cultivar precoci e 90-120 per le tardive. Le piante si tagliano a 10 cm circa da terra per permettere un ricaccio, che consente di fare più raccolte nel corso del ciclo.


Cima di rapa: come e quando irrigare

Le cime di rapa richiedono irrigazioni frequenti e abbondanti durante tutto il periodi di coltivazione, evitando di bagnare le foglie per non creare ambiente idoneo alla proliferazione di marciumi. 

Per irrigare l'orto con il tubo da irrigazione, sia in giardino che in terrazzo, è utile dotare il tubo di una pistola multifunzione con getto concentrato, aerato, nebulizzato o  doccia per scegliere l'idonea modalità di somministrazione dell'acqua. 

La scelta migliore rimane però un sistema a goccia, che consente di evitare gli sprechi idrici e calibrare la fornitura di acqua in base alle necessità e bagnando alla base o sul terreno, senza bagnare le foglie degli ortaggi. Si può utilizzare un sistema con gocciolatori, aspersori o micronebulizzatori, collegando l'impianto a un programmatore a una o due vie (che consente l'irrigazione su linee indipendenti, diversificandole per ritmi e quantità di acqua).

Per l'orto in terrazzo, se c'è un rubinetto o presa d'acqua si può installare un sistema con erogatori a goccia da collocare nei vasi, automatizzato da un programmatore, per un'irrigazione su misura e senza sprechi.

Se in terrazzo non c'è a disposizione un rubinetto, la scelta ideale per l'orto in vaso è  il sistema di microirrigazione Claber Aqua-Magic System, collegabile al serbatoio Claber Aqua-Magic Tank che consente di irrigare anche senza collegare l'impianto al rubinetto. Il kit contiene la dotazione completa per irrigare 20 vasi e un programmatore di facilissimo impiego, alimentato con pannello fotovoltaico per ottenere energia dal sole: non serve collegarsi alla rete elettrica.

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